C. Pasta 1, G. Cortese 1, P. Campo 1, G. Licitra 1,2
1- Marketing Sperimentale, CoRFiLaC, Ragusa 97100
2- Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Catania
Nel 2006, è stato condotto uno studio per capire come i prodotti caratterizzati dai fattori della biodiversità quali le essenze foraggere, la caseificazione, il latte intero crudo, le attrezzature, il caglio naturale, venissero valutati dal consumatore quando questi non fosse in grado di identificare il prodotto in degustazione. Prodotti caseari a manifattura tradizionale sono stati confrontati con prodotti a manifattura industriale. Nella maggior parte dei casi i consumatori preferivano i prodotti della biodiversità attribuendo della valutazioni migliori (p<0.01). Per gli industriali quali il latte, la scelta dicotomica presentava percentuali inferiori (UHT=57% vs Pastorizzato =43%) rispetto ai tradizionali (es: formaggio a latte crudo = 73% vs Formaggio a latte pastorizzato = 27%). Quindi, i prodotti a manifattura industriale se proposti al consumatore senza il marchio (es:galbani) il packaging che possa renderli facilmente riconoscibili (es: lattina rossa-coca cola) o la descrizione delle qualità intrinseche, non possiedono componenti qualitative/aromatiche tali da indurre il consumatore a una scelta forte tra i prodotti a confronto e a una valutazione in termini di gradevolezza. Invece i prodotti della biodiversità a confronto con gli industriali ottengono valutazioni migliori grazie alle loro caratteristiche qualitative facilmente riconoscibili alla percezione del consumatore a prescindere dalla presenza di elementi estrinseci.
Keywords: formaggi, blind test, preferenza, scelta, consumatore
Catia Pasta
pasta@corfilac.it